Lacrima di Morro d’Alba Biologico D.O.C
15,00 € IVA Inclusa
Lacrima di Morro d’Alba Doc Biologico della Società Agricola “Montebianco120”
Bottiglia da 75cl
Il Vigneto
- Vitigno: 100% Lacrima
- Allevamento: Guyot
- Superficie: 1,5 ha
- Sesto: 2,90 x 1 mt
- Anno di impianto: 2020
- Certificazione : Biologico dal 2017
- Esposizione : Sud Ovest
- Altitudine: 75-80 mt slm
- Distanza dal mare Adriatico: 4 km
- Il terreno risulta essere calcareo elevato e medio impasto con prevalenza sabbia. La pratica del sovescio è praticata a file alternate annualmente.
L’acquisto è riservato a utenti maggiorenni ai sensi della legge applicabile.
Solo 4 pezzi disponibili
Descrizione
Il Lacrima di Morro d’Alba Doc Biologico della Società Agricola “Montebianco120” è prodotto con uve Lacrima in purezza, accuratamente selezionate e raccolte a mano.
Le uve vengono diraspate e pigiate appena raccolte.
Il mosto è conservato in serbatoi di acciaio inox dove, a temperatura controllata, i lieviti selezionati danno inizio alla fermentazione.
Ultimata la fermentazione si passa alla svinatura con cui si separa il vino dalle fecce grossolane.
A questo punto inizia l’affinamento, in serbatoi di acciaio, per almeno tre mesi.
L’affinamento sulle fecce fini conferisce al vino qualità, ne aumenta la complessità e genera un miglioramento sensoriale.
Il vino poi continua il suo percorso di affinamento in bottiglia.
Il nostro prodotto è a bassissimo contenuto di solfiti ed ha una acidità che lo rende particolarmente gradevole.
La produzione in biologico rappresenta anche la nostra profonda convinzione di trattare il territorio con rispetto ed amore.
Siamo una piccola azienda che si impegna per promuovere i prodotti del territorio e farne apprezzare l’autenticità.
Il Lacrima è un vitigno autoctono, delle Marche e si racconta che, già nel 1167, Federico Barbarossa, mentre dimorava nel castello di Morro d’Alba, durante l’assedio di Ancona, abbia bevuto del vino prodotto da quest’uva.
Le origini del nome sembrano derivare dal fatto che l’acino, quando è maturo, trasuda goccioline di succo che sembrano lacrime.
La coltivazione di questo vitigno veniva tradizionalmente effettuata “maritandolo” ad un tutore vivo, ossia ad un albero, come l’olmo o l’acero, oppure ad un palo di legno.
Attualmente è coltivato su circa 300 ettari in 6 comuni della provincia di Ancona e rappresenta uno dei rossi più ricercati ed apprezzati delle Marche.
Il Lacrima rischiava l’estinzione ma, a partire dagli anni 70, è iniziato il suo recupero e, nel 1985, è stata istituita la DOC.
Grazie all’impegno dei produttori nel promuovere la conoscenza di questo vitigno, la DOC è in espansione e fa parte del patrimonio vitivinicolo nazionale.
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